“Dietro lo sguardo” di Elisabetta Bagli, recensione a cura di Michela Zanarella
Una voce poetica autentica quella di Elisabetta Bagli che nella nuova silloge “Dietro lo sguardo” edita da ArteMuse Editrice, esprime senza veli emozioni e sentimenti, con tutte le sfumature positive e negative di ciò che vede e vive. Il suo linguaggio semplice ma mai scontato, le consente di affrontare tematiche complesse, la figura femminile è al centro di tutto, i testi parlano da un lato dell’amore sensuale, condiviso, desiderato, dall’altro mettono in evidenza il lato oscuro, la violenza, la sofferenza dello stesso sentimento. Il libro non a caso è diviso in due parti, luce e buio, solo in apparenza sono in opposizione, ogni poesia nasconde in realtà aspetti che si fondono e che sono in piena consonanza con il tema dell’amore. Nella lirica “Esplosioni” inclusa nella sezione “luce”, la poetessa ha la necessità di trovare poesia, ne sente un bisogno estremo, assoluto, non può farne a meno: “Ho bisogno di poesia/di carni lacerate”. Questa urgenza è la confessione di un’anima che esprime il desiderio di amare e di essere amata, c’è l’esigenza concreta di rompere il limite della timidezza e di lasciarsi andare a “caldi e lunghi abbracci”.
Un fermento travolgente di sensazioni e percezioni domina tutta la raccolta, la freschezza del canto di Elisabetta Bagli ci riporta indietro nel tempo, alle poesie d’amore di Ada Negri, Sibilla Aleramo, Amanda Guglielminetti, grandi poetesse del ‘900 che in diverse forme si sono espresse sulla passione amorosa. Alcune poesie sono particolarmente taglienti, spiazzanti, come nella lirica “L’addio”: “Sei doloroso/come le promesse rotte/come i falsi sogni d’amore”, questi versi incarnano i segni e le ombre di un sentimento spezzato, avvolto dal male. Ci troviamo di fronte ad una negazione individuale, ad una marginalità emotiva che ci riconduce alla figura di una grande poetessa come Antonia Pozzi, dove l’amore si trasforma in realtà esistenziale non concessa, bruscamente interrotta.
Elisabetta Bagli è una poetessa sensibile, sempre attenta a ciò che le accade intorno, il suo linguaggio è efficace e mira a recuperare una fiducia nelle parole, nella valenza interpretativa del lessico. Le liriche sono saldamente legate tra loro dal desiderio di lasciare una traccia vibrante del proprio sentire. E’ costante l’alternarsi di serenità e tensione, le composizioni sono pregne di significati, la parola contiene il grido che riporta alla consapevolezza dei limiti umani. Intimi passaggi diventano lo specchio universale in cui comprendere ciò che siamo, le nostre fragilità.
La poetessa tende a proteggere e a cogliere la purezza delle emozioni, si pone in ascolto concedendosi la bellezza delle tante tonalità dei sentimenti: “Avremo momenti nostri/solo nostri,/luci sfrondate”. “Dietro lo sguardo” racchiude gioie, attimi di felicità, lacrime e dolore, ogni poesia è il frutto di una particolare percezione dell’esistenza.
Michela Zanarella
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